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SALERNO, IL RIGOLETTO IN SCENA AL TEATRO VERDI PDF Stampa E-mail
Scritto da Micio Fausto   
Martedì 03 Maggio 2022 19:44

Salerno città d'arte, eventi e cultura. Dopo il successo della Mostra della Minerva e della Fiera del Crocifisso ritrovato con migliaia di partecipanti e di presenze turistiche nel prossimo fine settimana sarà protagonista il Teatro Municipale Giuseppe Verdi di Salerno. 

Rigoletto alza, Venerdi 6 e Domenica 8, il sipario della stagione lirica. Al via Sabato 7 Benedetta Primavera il ciclo di concerti nella splendida Chiesa di San Giorgio. 

Il Sindaco di Salerno Vincenzo Napoli,  il Consigliere Delegato alla Cultura Ermanno Guerra, il Direttore Artistico Daniel Oren, il Segretario Artistico Antonio Marzullo, il regista Massimo Gasparon hanno illustrato il programma dei due eventi.

 

Musica di Giuseppe Verdi

Melodramma in tre atti

Libretto di Francesco Maria Piave

Tratto dal dramma storico di Victor Hugo, Le roi s’amuse

Prima rappresentazione, 11 marzo 1851, Teatro La Fenice, Venezia

Direttore d’Orchestra, Daniel Oren

Regia, costumi e light design Massimo Gasparon

Maestro del coro, Tiziana Carlini

Scene, Alfredo Troisi

Assistente al direttore d’orchestra Gaetano Soliman

 

 

Rigoletto

un dramma di emarginazione

 

‘Crediamo che il messaggio fondamentale che Verdi affida a quest’opera sia la più totale mancanza di speranza nella giustizia umana: siamo condannati a difenderci dai nostri simili, a nascondere ogni nostro momento di felicità per timore che l’invidia lo voglia distruggere.

Il dramma dell’incomprensione, del bullismo, della prevaricazione, della diversità e della viltà: gli uomini sono fondamentalmente meschini e codardi e si riuniscono in gruppo per sentirsi meno deboli’ - spiega il regista Massimo Gasparon -‘Quando il branco decide la vittima, nulla li può fermare. La diversità, l’eccezionalità disturba, rende il gruppo anonimo, e perciò va stigmatizzata ed eliminata.

Una riflessione amara e fortemente autobiografica dove Verdi si identifica nel gobbo deriso da tutti, nel mostro, nel fenomeno da circo che viene continuamente dileggiato, che si illude di essere accettato diventato a sua volte implacabile aguzzino di altri emarginati, che non ha redenzione, che non è fortunato.

Verdi è straordinario perché non ci lascia alcuna speranza, ci prende a schiaffi, ci urla in faccia la verità, la crudeltà del destino, il cinismo del caso, l’assoluta insensatezza della nostra vita, l’assoluta incapacità dell’uomo di elevarsi e decidere il proprio destino. Per i protagonisti verdiani non c’è salvezza, non c’è giustizia, non c’è fortuna, non c’è vendetta.

Come per Verdi stesso, che per tutta la vita si è sentito diverso, quando povero aveva un talento straordinario per la musica e quando da famoso continuò a sentirsi non accettato, emarginato dai suoi compaesani che non accettavano la sua seconda moglie. Si ritira in campagna perché solo tra i contadini riesce a trovare pace e riesce a sentirsi al riparo, sicuro, protetto dalla malvagità insita nell’animo umano.

Vorremmo che attraverso Rigoletto e i suoi disumani personaggi, potessimo ritrovare la nostra umanità e cercare di essere più sinceri, più corretti, più leali, più misericordiosi’.

 

 

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